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[ ARTEZARA ]

Vetro Museale Antiriflesso a Milano

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La scelta della cornice non è l’unico elemento da curare quando si decide di appendere un quadro in casa; fondamentale è anche la scelta del vetro che si troverà davanti al dipinto.

Affinché un vetro sia giusto per lo scopo non deve in alcun modo alterare la percezione del dipinto da parte dell’osservatore: l’occhio deve poter ammirare gli stessi colori e le stesse sfumature del quadro così come è stato realizzato dall’artista. Non sono quindi adeguati tutti i vetri che causano opacità o riflessi, in quanto modificano l’effetto finale che l’opera deve mostrare. Inoltre il vetro possiede anche una funzione protettiva nei confronti del quadro e deve essere in grado di filtrare in modo soddisfacente i raggi UV che possono deteriorare l’opera, soprattutto se si tratta di una fotografia.

La scelta migliore che si può fare è acquistare un vetro museale ZeroGlass per cornici apposito, che garantisca la minima quantità di riflessi, non presenti opacità e che protegga in modo perfetto l’opera che si vuole incorniciare. Il vetro deve quindi necessariamente esserci, ma essere il più invisibile possibile.

[ Laboratorio ]

Zeroglass: Il Miglior Vetro Museale Antiriflesso

Tra i migliori vetri museali antiriflesso si può nominare ZeroGlass, un vetro extra-chiaro, di qualità superiore e polarizzato, in grado di mettere perfettamente in risalto i colori e i contrasti naturali delle immagini.

Il vetro ZeroGlass, utilizzato presso ARTEZARA, è un prodotto certificato secondo le normative ISO 9211, EN 1096-2 ed EN 1279-2 che regolano le modalità in cui vengono condotti i test di abrasione, di adesione del coating, di reazione ai raggi UV e di condensazione, di vaporizzazione di sali, di reazione alla pioggia acida e allo shock termico.

[ ARTEZARA ]

Tecnologia : Magnetron Sputtering

I vetri come questo sono detti invisibili e sfruttano un’avanzata tecnologia chiamata Magnetron Sputtering.

Il processo prevede la deposizione di ossidi metallici sul vetro attraverso la tecnica di sputtering (deposizione controllata di ioni accelerati da una struttura magnetica in camera sotto vuoto), al fine di formare una pellicola con un spessore controllato di pochi nanometri.

L’applicazione di questo film multistrato è solida e duratura: gli ossidi metallici non sono soggetti a corrosione, non sono alterabili e può essere garantita la qualità del vetro per tempi molto lunghi. Il risultato è un vetro con una resa ottica ottimale, in grado eliminare i riflessi e garantire una buona permeabilità alla luce, con conseguente vantaggio nella definizione, nella nitidezza e nella resa dei colori del quadro.

I riflessi passano dai valori dei vetri tradizionali, circa 8%, a percentuali molto più basse, che si aggirano intorno allo 0,5%.

Questa tecnologia innovativa permette di ottenere prodotti molto migliori rispetto alla lavorazione standard dei vetri antiriflesso, chiamata acidatura. Il principio alla base dell’acidatura è la corrosione, non perfettamente omogenea, della superficie del vetro con lo scopo di renderla porosa.

Questo processo ha sicuramente l’effetto di eliminare il riflesso, ma porta con sè il grosso difetto di conferire un’apparenza opaca e sbiadita all’opera che si trova dietro al vetro, alterandone in modo evidente i colori. L’effetto antiriflesso non va può essere valutato come singolo parametro, perché il risultato deve essere una resa ottica ottimale sotto tutti gli aspetti che influiscono sulla qualità finale del dipinto.

Esistono tuttavia nuove soluzioni che permettono di ottenere un’acidatura con risultati migliori attraverso l’immersione della lastra in delle vasche ad alte temperature piene di acidi per un determinato tempo. L’effetto finale è un vetro meno opaco e più adatto a valorizzare l’aspetto dell’opera d’arte davanti a cui deve essere posizionato.

Le Tue Opere Protette nel Tempo

Oltre alle proprietà antiriflesso, un vetro museale deve assicurare la durata nel tempo non solo delle proprie caratteristiche, ma anche dell’opera che si trova dietro di esso. In particolare per le creazioni realizzate su carta, come le fotografie, i raggi UV, che hanno lunghezza d’onda compresa tra i 100 e i 400 nanometri, possono risultare molto dannosi e causare effetti irreversibili tali da modificare per sempre il quadro.

Il deterioramento delle caratteristiche dell’opera ha origine dalla scissione di legami chimici presenti nei composti che costituiscono la carta che viene utilizzata, come le emi-cellulose, la lignina e gli sbiancanti.

Quello che si otterrà da un vetro non polarizzato dopo alcuni anni sarà una serie di fotografie ingiallite e sbiadite, molto lontane dalla rappresentazione originaria. Per avere un vetro che sia in grado di evitare questo danneggiamento è necessaria la deposizione di un rivestimento siliceo in più strati, che sia in grado di intercettare la porzione dei raggi UV con lunghezza d’onda più dannosa (300-380 nm) per le opere cartacee.

Vetri di questo tipo bloccano oltre il 97% dei raggi dannosi, proteggendo in modo molto efficace le fotografie.

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